Nonostante una settimana di proteste, il Governo tira dritto per la sua strada (sbagliata)
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 pone la parola FINE alla pur debole speranza di poter mantenere aperte le piscine ad uso pubblico: tutte chiuse.
Fino a quando? Difficile dirlo. Il DCPM ha validità di un mese, ma nessuna persona dotata di buon senso può sperare che in un mese, andando verso l’inverno, la situazione dei contagi migliori. Se tutto andrà bene, quindi, se ne riparlerà quest’estate.
Nel frattempo, che ne sarà di un intero settore? Chi potrà provvedere alla manutenzione degli impianti chiusi? Chi verserà le tasse, chi pagherà le bollette, i canoni di concessione? Cosa faranno le centinaia di migliaia di collaboratori sportivi senza reddito e senza sostegno?
Moltissime piscine comunali chiuderanno, molte aziende legate al settore falliranno, molte persone rimaranno senza lavoro.
Ma il danno più importante non sarà questo.
Moltissime persone non potranno più fare sport in acqua. Tutti coloro che traevano grande giovamento dall’attività saranno costretti a fermarsi, a dedicarsi ad altro. I bambini non potranno imparare divertendosi, gli agonisti non potranno allenarsi, perchè una piscina non può economicamente sostenere i costi senza le attività didattiche.
E’ giusto? NO, non è giusto. Che fare? Difficile dirlo. Siamo di fronte alla decisione più assurda e grottesca che si potesse immaginare ed è persino difficile immaginare una reazione adeguata.
La nostra Associazione resta sempre e comunque aperta, a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno.